La “Scatola”, ovvero come affrontare le gravi spaccature riguardanti le sedie e le poltrone antiche, relative soprattutto alle zone più soggette a sollecitazioni. Il punto di unione delle gambe posteriori che prolungate formano la spalliera delle sedie, è la zona più critica. Quì gravano maggiormente tutte le sollecitazioni, e quì confluiscono gli incastri del sedile che ne aggravano l’indebolimento.
Si è visto tentare di risolvere questo tipo di fratture, inserendo perni, rinforzando il retro della gamba con piastre metalliche o lignee deformanti; più recentemente utilizzando vetroresina e perni metallici. Tali interventi a nostro parere sono inefficaci, oppure troppo invasivi e irrispettosi.
La “Scatola” rappresenta una soluzione del problema corretta e in linea con le più qualificate tendenze del settore.
Per “Scatola” si intende una raffinata tecnica di restauro, che consiste nella fresatura sui quattro lati della gamba di un’estensione variabile (da decidere in base al danno) attorno alla linea fratturale e dello spessore di 3 o 4 mm.
Le quattro pezze che inseriremo devono:
– essere in patina e collocate a filo, livellate cioè nella parte sottostante.
– Disegnate in movimento, per asportare cioè lo stretto materiale ligneo necessario ed essere meno identificabili.
– Terminare negli spigoli con un angolazione di 45°, per nasconderne lo spessore.
L’esecuzione deve avvenire in due tempi. Si fresano le prime due facce contrapposte e si incollano le prime due pezze.
Successivamente si opera sulle restanti facce.
La colla impiegata deve essere proteica (colla a caldo animale). Devono essere utilizzati nella pressione con morse, tappi rivestiti di carta paraffinata per evitare danni alla vernice. Le eccedenze di colla vengono poi asportate con spugna e acqua calda.
La sedia così legata raggiunge la massima robustezza e il nostro intervento mirato ne ha rispettato patina e integrità.